Platimiro Fiorenza

Il maestro corallaio Platimiro Fiorenza

di Cristina Costanzo

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Grazie alla ricerca degli ultimi artigiani di una lunga tradizione ancora oggi in piena attività è possibile tenere alta l’attenzione per la cultura del corallo; è il caso di Platimiro Fiorenza, corallaio trapanese capace di rinnovare tale arte antica[1] (figg. 1-2).

La sempre attuale ricerca di Platimiro Fiorenza è la viva testimonianza del raffinato connubio della città di Trapani con il corallo, celebrato da importanti eventi espositivi come la mostra “L’arte del corallo in Sicilia” tenutasi presso il Museo Pepoli di Trapani (1986) e la più recente mostra itinerante “I grandi capolavori del corallo” presso la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania e il Museo Pepoli di Trapani (2013). Come scriveva nel 1883 Fortunato Mondello nei “Bozzetti Biografici degli artisti trapanesi dei secoli XVII, XVIII, XIX”, «se l’arte dell’incisione su coralli, conchiglie e pietre dure crebbe tanto lustro alla Sicilia, se ne dovette il vanto all’illustre Trapani, celebre per copia di valenti artisti[2]». Per secoli Trapani è stata la roccaforte siciliana, e non solo, di tale preziosa produzione artistica. Il corallo ha affascinato diverse generazioni di artigiani, collezionisti e appassionati in virtù della sua duplice natura di essere vivente capace di farsi materiale prezioso se affidato alle mani esperte dei depositari di quest’arte. Il corallo, scrive A. Daneu, «è tra le sostanze quella forse il cui fascino ha più del demoniaco e misterioso. Esso partecipa dei tre regni della realtà, il minerale, il vegetale e l’animale, e nello stesso tempo del regno della fantasia, in cui sembra anzi aver assunto la sua primiera personalità[3]».

La ricerca di Platimiro Fiorenza, dunque, si inserisce egregiamente nella tradizione in cui si distinsero gli artigiani trapanesi, abili “scultori” specializzati nell’incastonatura di piccoli coralli su oggetti sacri e di uso domestico.

La lavorazione del corallo vanta origini antichissime spesso legate alla leggenda. Secondo la tradizione mitologica il corallo era infatti la solidificazione del sangue sgorgante dalla testa recisa della Medusa. Alla lettura mitologica si aggiungono suggestive valenze apotropaiche – si pensi all’impiego di amuleti di valore scaramantico – nonché religiose, derivanti dall’assimilazione del colore rossastro del corallo al sangue di Cristo – si pensi al prezioso pendente in corallo e cristallo di rocca raffigurante la testa di Medusa, donato al Busto di Sant’Agata custodito nella Cattedrale di Catania[4].

Per secoli la città di Trapani è stata capace di eccellere nel settore della lavorazione artistica del corallo grazie all’attività di botteghe artigiane specializzate nella realizzazione di oggetti sacri, come capezzali e acquasantiere, di oggetti di uso domestico, come vassoi, zuccheriere, lampadari, paliotti, sculture, e naturalmente presepi e gioielli in corallo. Le testimonianze documentarie rivelano che a Trapani le origini del fenomeno artistico legato alla lavorazione del corallo risalgono al XV secolo e che la grande stagione del corallo raggiunse livelli straordinari tra il XVI e il XVIII secolo, seguita dal declino determinato dalla concorrenza delle officine di corallai costituitesi oltre i confini isolani. Ancora oggi, nonostante la recente corsa al corallo e la crescente concorrenza internazionale, grazie all’attività di un maestro artigiano come Platimiro Fiorenza è possibile ammirare un patrimonio artistico che affonda le proprie radici nel passato ma vive del contemporaneo aprendosi alle sperimentazioni e alle innovazioni del suo tempo.

Attraverso l’attività della sua bottega Platimiro Fiorenza alimenta e infonde linfa vitale a tale antica forma d’arte mai spentasi nel territorio trapanese, trasferendola nell’animo di tanti giovani artigiani e studiosi desiderosi di apprendere i segreti di questa affascinante tradizione. Con grande consapevolezza ed umiltà il maestro custodisce e tramanda agli allievi la singolare perizia tecnica con cui le sue abili mani creano opere di grande originalità.

Il maestro corallaio Platimiro Fiorenza nasce a Trapani nel 1944. Figlio dell’artigiano orafo corallaio Pasquale Fiorenza, Platimiro si forma nella bottega paterna, sita a Trapani in via Colonnello Romei e, a soli sette anni, inizia a dedicarsi alla lavorazione di pietre e materiali preziosi come l’oro, l’argento e il corallo (fig. 3).

Nel corso della sua carriera, Platimiro Fiorenza si dedica a molteplici attività artistiche comprendenti non solo la lavorazione del corallo ma anche la pittura, la scultura e la poesia. Intorno alla metà degli anni ’50 realizza le sue prime incisioni attirando l’interesse di artisti locali come Domenico Li Muli. Intensificatosi l’impegno nel campo della pittura, tra il 1972 e il 1973 Platimiro Fiorenza partecipa a numerose manifestazioni artistiche, quali le Mostre Collettive di Pittura dell’Agosto Artistico Ericino e le Estemporanee Notturne della Salerniana, e tiene le sue prime personali presso importanti istituzioni siciliane.

La poliedricità e la curiosità che lo contraddistinguono inducono Fiorenza a lasciare la Sicilia e a trasferirsi a Milano, dove stabilisce un rapporto di collaborazione con il grande scultore Giò Pomodoro ed entra in contatto con il milieu artistico del tempo, prendendo parte a manifestazioni in occasione delle quali il suo talento viene valorizzato attraverso premi e attestati di benemerenza. Ben presto Platimiro Fiorenza fa ritorno in Sicilia eleggendo Trapani a territorio d’appartenenza privilegiato. Durante la sua carriera stringe rapporti d’amicizia con numerosi esponenti del mondo dell’arte come Michele Canzonieri, Mario Cassisa, Dino Valfrè e Ludovico Corrao.

Nella produzione di Fiorenza l’incontro di creatività e padronanza tecnica si manifesta con successo nella lavorazione del corallo dando origine ad una produzione apprezzata a livello internazionale. Dal 1970 al 1975 Fiorenza espone le sue opere in molti comuni della provincia trapanese e partecipa a numerosi concorsi come “The Asward Diamond” di New York. Nel 1982 riceve l’Attestato di Benemerenza da parte del “Soroptimist” come “autentico esempio di laboriosità e continuatore della migliore tradizione artigianale trapanese”.

Nel corso della sua apprezzata carriera Platimiro Fiorenza riceve numerosi riconoscimenti come il premio, conferitogli nel settembre 2003, “Saturno, artigiano del mare”, iniziativa promossa dall’Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Trapani per rilanciare le attività artigianali legate al mare, tipiche del trapanese, e sottolineare il contributo fornito allo sviluppo del territorio, e il premio, ricevuto nel dicembre 2004, come “Conservatore, attraverso l’insegnamento della lavorazione dei coralli”, da parte del Club UNESCO di Trapani.

Degno di nota anche l’impegno nel settore del restauro, nell’ambito del quale Fiorenza collabora con famosi antiquari di Palermo, Roma, Firenze, Londra e New York, esegue importanti restauri per le principali chiese trapanesi e restaura molte opere in corallo esposte alle maggiori mostre internazionali. Inoltre, Fiorenza ha dato il proprio contributo alla celebre manifestazione dei Misteri di Trapani restaurando alcuni tra i più importanti gruppi scultorei e realizzando pregiate opere in oro e argento (figg. 4-7).

Risale al 1988 un’opera di straordinaria importanza realizzata per Monsignore Cassisa, il Calice in oro, corallo e pietre preziose commissionato dalla Diocesi di Monreale per la Cattedrale di Monreale (fig. 8). Nel 1993 Fiorenza realizza una pregevole opera in oro, corallo e pietre preziose, la Madonna di Trapani, commissionata dal Vescovato di Trapani (fig. 9). Nello stesso anno realizza una Acquasantiera in oro, corallo e pietre preziose, commissionata dalla Provincia di Trapani (fig. 10); entrambe le opere sono state eseguite per Sua Santità Giovanni Paolo II e sono attualmente esposte nella prestigiosa sede dei Musei Vaticani, a Roma. Nel 1998, in occasione della nomina di Monsignore Francesco Miccichè a Vescovo della Diocesi di Trapani, Fiorenza realizza un Pastorale in argento e corallo, alto un metro e ottanta, e un Anello vescovile in oro e corallo raffigurante la Madonna di Trapani (fig. 11).

Nel 1994 e nel 2001 espone un presepe in corallo alla mostra dei “Cento Presepi” di Roma. Nell’agosto 1997 è invitato dalla Regione Siciliana e dall’Azienda Autonoma del Turismo di Siracusa ad esporre le proprie opere in corallo a Glasgow, in Scozia.

Nell’aprile del 2003, in occasione dei Mondiali di Scherma, è invitato alla Mostra degli Smalti della Provincia di Trapani, tenutasi presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Riccio di Morana, dove espone creazioni in corallo, avorio, oro, argento e pietre preziose riscuotendo grande successo.

Nel 2005 espone presso il Foredeck Club dell’America’s Cup e, su commissione del “Comitato di Porto Ossuna”, realizza Monna Serisso, opera in marmo di Carrara attualmente collocata in via Serisso a Trapani.

Nel 2006 espone al “Kempinski Hotel Giardino di Costanza” a Mazara del Vallo in occasione del recital “Miracoli del mercato del pesce”; nel 2007 espone a San Casciano (Perugia) e, su invito della Provincia di Trapani, a Düsseldorf, in Germania; nel 2008 espone a Corciano (Perugia) in occasione della mostra “Il Presepe e il Corallo”; nel 2010 partecipa alla mostra “Il Fascino del Presepe”, promossa dal Museo Diocesano di La Spezia e alla mostra “Maestranze Trapanesi a Natale”, tenutasi a Trapani nella sede di Palazzo Milo, dove espone due presepi in corallo e un piatto in corallo realizzato con la tecnica del retroincastro.

Nel 2011, in occasione della nomina vescovile di Monsignore Antonino Raspanti di Alcamo, la Provincia Regionale di Trapani commissiona a Platimiro Fiorenza un Pettorale in Argento, Oro e Corallo. Nello stesso anno la Camera di Commercio di Trapani gli assegna una medaglia d’oro come “Premio fedeltà al lavoro e al progresso economico”.

Nel 2012 la città di Trapani gli rende omaggio con la mostra, tenutasi presso il Museo Torre di Ligny, “Platimiro Fiorenza. Rosso Corallo Tra Sogno e Materia”, fortemente voluta e curata con passione da Rosadea Fiorenza, figlia di Platimiro ed artista, ed accolta con entusiasmo dal Comune di Trapani, dall’Assessorato alle Strategie di Sviluppo e alle Politiche Sociali e dall’Associazione Euploia-Archeologia e Beni Culturali. L’esposizione offre l’occasione di approfondire la conoscenza della tradizione artistica della lavorazione del corallo, da sempre caratterizzante la città di Trapani, e presenta al grande pubblico uno straordinario corpus di raffinati manufatti in corallo (figg. 12-23).

Nel 2013 Platimiro Fiorenza partecipa con l’opera pittorica “La morte di Giangiacomo Ciaccio Montalto” all’evento “Ferus. L’arte uccide la mafia”, tenutosi presso il Palazzo di Giustizia di Trapani, posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati e dall’Associazione 50 metri, ed è invitato dalla Soprintendenza di Trapani ad esporre una serie di opere in corallo nella sede di Palazzo Milo.

Il 3 marzo 2013 l’Università del Mediterraneo per la terza età e la Camera di Commercio di Trapani conferiscono a Platimiro Fiorenza l’Attestato di Benemerito del Centro Storico di Trapani. Nel 2013 un ulteriore riconoscimento di prestigio: Platimiro Fiorenza entra a far parte del R.E.I (Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia), nel “Libro dei Tesori Umani Viventi”[5].

Dagli anni ’80 ad oggi Platimiro Fiorenza ha tenuto conferenze e lezioni presso Università, Istituti d’Arte e Corsi Regionali e la sua bottega ha ospitato con continuità giovani appassionati alla lavorazione del corallo che in questi anni hanno aperto le proprie attività in tutta Italia. Le sue opere fanno parte non soltanto di prestigiose raccolte museali e pubbliche, come le già citate collezioni della Cattedrale di Monreale, dei Musei Vaticani e dei Misteri di Trapani, ma anche di collezioni private internazionali.

Platimiro Fiorenza resta un unicum nella storia, nell’arte, nella tecnica di lavorazione e rielaborazione del pregiato corallo, da lui plasmato con grande perizia e profonda sensibilità artistica, e si rivela un maestro capace di realizzare opere d’arte esemplari di un’antica tradizione ma al contempo di grande modernità.

 

Bibliografia

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E. Tartamella, Una scuola per riscoprire il corallo. Insegnerà i segreti del mestiere uno degli ultimi artigiani. Le radici storiche “un fatto importante per la città”, in Giornale di Sicilia, 28 agosto, Palermo 1983.

 

E. Tartamella, Corallo. Storia e arte dal XV al XIX secolo, Palermo 1985.

L’arte del corallo in Sicilia, a cura di C. Maltese, M. C. Di Natale, catalogo della mostra, Palermo 1986.

Salemi. Una fiera fuori dal consueto, in Giornale di Sicilia, 31 agosto, Palermo 1986.

 

Trapani, conferenza su “Orafi e corallari”, in Giornale di Sicilia, 5 maggio, Palermo 1992.

Al Pontefice statuetta da 50 milioni, in La Sicilia, 28 marzo, Catania 1993.

 

G. Lo Castro, Trapani, una statuetta in corallo dono della Diocesi al Santo Padre, in Giornale di Sicilia, 7 maggio, Palermo 1993.

“Presepe in vetrina”. Premi ai partecipanti del primo concorso, in Giornale di Sicilia, 8 gennaio, Palermo 1993.

Il Natale nel presepe artistico, a cura di M. C. Di Natale, catalogo della mostra, Palermo 1994.

Gioielli in Italia: temi e problemi del gioiello italiano dal XIX al XX secolo, a cura di L. Lenti e D. Liscia Bemporad, Atti del Convegno di Studi, Venezia 1996.

M. Parrinello, Pesca del corallo. Trapani chiede aiuto all’Europa, in Giornale di Sicilia, 30 marzo, Palermo 1997.

 

Preghiere d’artista. Nelle antiche botteghe si lavorano coralli, maioliche e cera per creare presepi e altri soggetti religiosi, in Bell’Italia, n. 28, dicembre, Milano 1999.

Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Trapani, Nel rispetto delle nostre tradizioni ed attività, Mostra del Corallo, catalogo della mostra, Trapani 2000.

M. C. Di Natale, Gioielli di Sicilia, Palermo 2000.

P. Genna, Memorie e arti di un tempo. Trapani, quello del corallaio-orefice è uno dei mestieri che tendono ormai a scomparire, in Il Giornale dell’Alberghiero di Erice e Casa Santa, 10 maggio, Trapani 2001.

 

Splendori di Sicilia. Arti decorative dal Rinascimento al Barocco, a cura di M. C. Di Natale, catalogo della mostra, Milano 2001.

Trapani. Una città tra due mari, Marsala 2001.

Wunderkammer siciliana. Alle origini del museo perduto, a cura di V. Abbate, catalogo della mostra, Napoli 2001.

Il corallo, l’oro rosso che arriva dal fondo del mare, in Giornale di Sicilia, Dossier Turismo a Trapani, Palermo 2002.

Il corallo trapanese nei secoli XVI e XVII, a cura di M. C. Di Natale con la collaborazione di M. T. Bottarel, L. Foi, catalogo della mostra, Brescia 2002.

M. E. Ingoglia, L’uomo dei coralli, in Monitor, n. 33, ottobre, Trapani 2002, p. 18.

Al Teatro di Villa Margherita assegnati i Premi Saturno agli artigiani, in La Sicilia, 6 settembre, Catania 2003.

G. Bruccoleri, Un mestiere che piace ai giovani. Studiare per lavorare da corallai, in La Sicilia, 1 gennaio, Catania 2003.

M. Caltagirone, Pregiate oreficerie esposte a Palazzo Riccio, in La Sicilia, 23 aprile, Catania 2003.

Fiorenza, l’ultimo erede della produzione delle statue, in Giornale di Sicilia, 29 giugno, Palermo 2003.

A. Gianquinto, C. Marceca, L. Craparotta, Trapani, la città del corallo, in La Sicilia, 23 gennaio, Catania 2003.

In occasione dei Mondiali di Scherma inaugurata mostra del corallaio Platimiro Fiorenza, in Giornale di Sicilia, 7 aprile, Palermo 2003.

La storia nello smalto. Una mostra a Palazzo Riccio di Morana, in Trapani Ok, anno 3, n. 63, 18 aprile, Trapani 2003.

Materiali preziosi dalla terra e dal mare nell’arte trapanese e della Sicilia occidentale tra il XVIII e XIX secolo, a cura di M. C. Di Natale, catalogo della mostra, Palermo 2003.

Premio Saturno. Il corallaio Fiorenza “Artigiano del mare”, in Giornale di Sicilia, 4 settembre, Palermo 2003.

Provincia, in mostra i preziosi dell’Ente, in Giornale di Sicilia, 16 aprile, Palermo 2003.

Saturno. Un premio all’arte e alla trapanesità, in Giornale di Sicilia, 7 settembre, Palermo 2003.

 

Trapani. In mostra per la prima volta i preziosi di proprietà della Provincia Regionale, in Quotidiano Trapanese, anno 1, n. 7, 16 aprile, Trapani 2003.

 

Trapani. Mostra, esposti i tesori della Provincia, in La Sicilia, 17 aprile, Catania 2003.

Club Unesco, dieci premi nell giornata della difesa dei diritti umani, in Giornale di Sicilia, 13 dicembre, Palermo 2004.

L. Di Giovanna, L’Arte del corallo nell’Antica Oreficeria Siciliana, in Sud: quindicinale di inchieste, politica, cultura, anno I, n. 16, 24 giugno, Trapani 2004.

S. Costanza, Tra Sicilia e Africa. Trapani. Storia di una città mediterranea, Trapani 2005.

 

La Madonna custodita nei Musei Vaticani, in Giornale di Sicilia, 5 aprile, Palermo 2005.

G. Lipari, Fiorenza, “medico” degli antichi argenti, in Giornale di Sicilia, 23 marzo, Palermo 2005.

 

Mani delicate e attente tramutano gioielli marini in opere d’arte. A Trapani continua la lavorazione del corallo. Piccoli capolavori che sono frutto di generazioni di artigiani, in AirBirgi, dicembre, Trapani 2005.

Ritorna al suo posto la testa mozzata della donna che tradì il marito pirata. L’opera in marmo di Carrara è di Platimiro Fiorenza ed è stata commissionata dal Comitato di “Porta Ossuna”, in Giornale di Sicilia, 18 agosto, Palermo 2005.

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Trapani e il corallo. Mostra Internazionale dell’Artigianato, Firenze 2008.

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V. P. Cremolini, Natività di corallo esposte da oggi al Museo diocesano della Spezia, in La Spezia, 13 dicembre, La Spezia 2009.

Mirabilia Coralii: capolavori barocchi in corallo tra maestranze ebraiche e trapanasi, a cura di C. Del Mare, catalogo della mostra, Napoli 2009.

Presepi in corallo al Museo Diocesano, in La Gazzetta della Spezia, 18 dicembre, La Spezia 2009.

P. Fiorenza, La mia voce nel vento, Roma 2010.

Mirabilia Coralii. Manifatture in corallo a Genova, Livorno e Napoli tra il Seicento e l’Ottocento, a cura di C. Del Mare, catalogo della mostra, Napoli 2011.

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I grandi capolavori del corallo. I coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo, a cura di V. P. Li Vigni, M. C. Di Natale, V. Abbate, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo (Milano) 2013.

G. Parisi, Corallo: eccellenza italiana. Intervista a Platimiro Fiorenza, in “Il Carabiniere”, febbraio, Trapani 2013.

 


[1] Desidero ringraziare il maestro Platimiro Fiorenza per avermi resa partecipe della sua vicenda artistica e l’intera famiglia Fiorenza per la fattiva collaborazione, i preziosi consigli e l’affettuosa amicizia dimostratami nel corso di questi anni.

[2] M. C. Di Natale, Gli epigoni dell’arte trapanese del corallo: i monili dell’Ottocento, in Gioielli in Italia: temi e problemi del gioiello italiano dal XIX al XX secolo, Atti del Convegno di Studi a cura di L. Lenti e D. Liscia Bemporad, Venezia 1996, p. 83.

[3] A. Daneu, L’arte trapanese del corallo, Milano 1964, p. 9.

[4] Sull’argomento vedasi M. C. Di Natale, Gioielli di Sicilia, Palermo 2000, in particolare Gemme: Materia e simbolo, pp. 7-18.

[5] Come si legge sul sito della Regione Sicilia, secondo la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003, le Eredità Immateriali (definite dall’UNESCO Intangible Cultural Heritage) sono “l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e tecniche – nella forma di strumenti, oggetti, artefatti e luoghi ad essi associati – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come parte del loro patrimonio culturale”. Vedasi http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/news/rei/index.html.